Inoltre, c'è la Cina, colpita sia dalla rivoluzione dei gelsomini sia dall'inflazione globale. Qui, l'inflazione era già abbastanza alta all'inizio dell'anno, con gli indici dei prezzi alimentari che mostravano una crescita del 10% grazie al successo delle misure per l'espansione economica che hanno tirato la Cina fuori dalla crisi finanziaria globale. Tuttavia, è improbabile che l'inflazione inneschi grandi disordini come quelli visti in Egitto. La maggioranza della popolazione cinese è ancora fatta di contadini, produttori di grano, che non possono che beneficiare dell'incremento dei prezzi del grano. La ricca popolazione urbana neanche nota i prezzi del cibo. È la popolazione urbana dai redditi bassi a soffrire. Appena passati a un dieta più ricca di carne, potrebbero essere costretti a ritornare a mangiare riso e verdure, un passo spiacevole, reso ancora più amaro dal fatto che queste persone dovrebbero stringere la cinta mentre vedono i loro ricchi compatrioti guidare un numero sempre maggiore di macchine di lusso per le strade. Ciò e la richiesta di maggiore democrazia attraverso i siti Internet di social network, sempre più popolari fra i giovani intellettuali delle città, potrebbero creare alcuni problemi a Pechino. In previsione della crescita del malcontento, Pechino ha già aumentato le misure di sicurezza generale, il che a sua volta irrita un numero ancora più grande di persone.
Probabilmente questi fattori nei prossimi mesi non causeranno disordini rilevanti in Cina, ma terranno il governo sulle spine.
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Non condivido appieno questa analisi ma è comunque molto interessante, staremo a vedere.

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