Mind the gap, please stay behind the yellow line.

mercoledì 7 novembre 2012
E' ora di pranzo, decido di infilarmi in posta sperando di trovare poca gente.
Panico, abbiamo pensato tutti lo stesso e ho 20 numeri davanti.
Due chiacchiere con la vicina di casa, un saluto quando se ne va.
Ho i capelli sfatti a forma di ansia, di studio, di tempo perso, un cappotto sopra per nascondermi.
Mi guardo intorno e non c'è più nessuno che conosca, bene posso tornare a me, e al numero che scorre.
Poi (mannaggia a me) mi giro e mi trovo una donna che conosco di vista che mi dice:
"Ma tu sei quella la'?"
"Si"
E da qui in poi diventa amicona e cosa ancora peggiore mi chiede di te, mi parla di te.
Io, che sono gia' infastidita, devo continuare a mentire, a mentirmi, come faccio da sempre.  Automaticamente. Perchè chisselaincula e sonocazzituoi non di questa signora, tua amica d'infanzia, che ci dividevi manco la merenda. L'invadenza, ovviamente lei non l'ha colta, pensa che sia normale.
Ed è proprio la sua normalità che mi fa fare i confronti con quello che per te non lo è più.
Avete la stessa età, le stesse rughe sotto gli occhi.
Eppure siete in due piani completamente differenti, lei è qui a parlarmi a ridere. Tu no.

Tu aspetti il mio ritorno, paziente, ti rimbocco le coperte e mi illudo ancora che sia tutto apposto.
Poi si inziano i pensieri che iniziano con un SE e finiscono con una bella immagine che non esiste, e ci si fa ancora più male, ci si colpevolizza, e vorrei solo essere in una bolla.
Mi basta già svegliarmi nel cuore della notte, e i tuoi occhi.
Perchè se tutte le altre parti del corpo no, gli occhi devono diventare cosi espressivi man mano che si invecchia? perchè sembrano un libro aperto, ridono, piangono, hanno paura, e distorcono la tua immagine?
I peggiori incubi non li faccio dormendo, ma quando vedo il terrore dentro ai tuoi occhi,  se sono spenti e assenti.
Finalmente è il mio turno al banco spedizioni, spedisco e corro in macchina.
Ha smesso di piovere, c'è il sole.
Mi riprometto di non uscire più di casa, o almeno non in questo francobollo di paese.
In un posto in cui i miei capelli, i miei occhi, la mia voce non ricordino te a nessuno, dove potrei essere chiunque. In una casa senza specchi, senza te, senza più bugie.


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