Tony Cheung, l’arte che elude la censura

lunedì 24 giugno 2013


«Siamo come girasoli, in attesa che il sole ci dica verso quale parte guardare: così recita il sito internet del brand. Ma per favore, non chiamatemi artista contro. In effetti non mi considero né artista, né contro. Sono solo un designer che utilizza il disegno per esprimere e dire cose».

«Nella filosofia cinese taoista c’è un concetto chiamato vuoto/silenzio. È la condizione essenziale per raggiungere la pienezza, non so come spiegarlo, tutto è nulla. Parlare di Tiananmen è proibito, lo so. Ma noi abbiamo anche un detto che dice: “Se sei morto, allora possiamo esprime un giudizio su di te”. Anche per Mao è così, la gente ora può essere più rilassata nel parlare di Mao, ma non può comunque fare commenti negativi o esagerati. Quello che ho fatto con il vecchio Mao, così lo chiamiamo noi, è semplicemente di averlo reso più cool, come se fosse un playboy o una rock star. Abbellire, tutto qui…».

Il resto dell'intervista qui:  http://xl.repubblica.it/articoli/tony-cheung-larte-che-elude-la-censura/3971/

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