Domani mi butto, domani volo.

lunedì 24 marzo 2014
E' quasi finita.
Quando ho creato questo blog ho pensato che non sarebbe durata, tempo pochi mesi, quelli dopo il ritorno dalla Cina e lo avrei lasciato galleggiare con le sole memorie di quei giorni andati, senza toccarlo più. In effetti così è successo, non esiste candenza regolare, non ci sono argomenti principali, non c'è continuità nella narrazione degli eventi, ma parliamo dal 2011 a oggi, in due parole, proviamo:


-viaggio in Cina, nuova vita, figata, gioia totale, dolore enorme poi... mal di Cina oggi.
-post viaggio: disastroso, lungo, faticoso...poi recuperato
-il tempo cura le ferite: vero, ci ficca dentro l'abitudine e ti rende inerme
-le sfighe non sono mancate: vedi ultimi 13 mesi, ripetitivi, inutili e vuoti, senza speranza o passione
-depressione: costante fino a gennaio, autostima sparita, il mio destino era sofferenza
-epifania: gennaio 2014 si muovono inaspettatamente le cose, si rinizia a correre
-le gambe rollano: febbraio e marzo, non dormo più, scrivo-leggo-scrivo di Cina, stanca


Oggi: vigilia della fine, domani mi butto, domani è finita.

"Quale realtà può figurare la combinazione magica ideale?"



Ancora non lo so, non esiste probabilmente.
Bella sensazione, ancora non ci credo che stia succedendo proprio a me.
In ogni caso ci sono comunque delle figure mancanti, le più importanti, e grazie vita del cazzo per questo.

Pensando a cosa scrivere nella prima pagina ho pensato a M. che non ci è potuta arrivare, anche se era il suo sogno, ho pensato a un altro M. autodidatta e ad E. che non sapeva nemmeno leggere.


Crescere significa avere responsabilità che ti schiacciano, ti assorbono così tanto che non si riesce a gioire completamente anche delle cose belle, ci manca sempre qualcosa, qualcuno, questo mi ronza in testa continuamente, che siamo tutti dei sopravvissuti.
Continuare a camminare implica perdersi dei pezzi, implica farsi carico di quelli che non ce l'hanno fatta, trasportare la loro vita con la nostra e io spesso non ci riesco. E capisco in questi momenti perchè esistono piaghe sociali come gli alcolisti e i drogati o altre mille forme di dipendenze, tutti fuggono da questa realtà pesante, semplicemente, non li biasimo.

Il cuore grosso e pesante, un macigno in petto, questa è la realtà, benvenuti, se volete esiste questa via d'uscita, peccato che ti distrugga finiscamente e mentalmente.
E' straordinario quindi che sia ancora qui a parlarne e non sia caduta del tutto.

La mia concluesione: La vera forza è la resistenza, l'abbozzo, il saper dimenticare questo peso, nient'altro. Riempire l'esistenza con cose belle, con le proprie passioni ed andare avanti. E' il massimo che possiamo fare per noi stessi, il minimo per gli altri che ci amano, per chi ci sopporta nonostante tutto.


Finisce qui, soprendentemente, dopo 13 anni scolastici e 5 accademici, la vita delle me stessa studentessa, finisce così, in modo strano, non sono sicura ancora se sto bene o male.
Finisce con più dubbi di quello che era cominciata,
ma me li tengo stretti, insieme alle mie paranoie e a tutti gli eroi della mia vita:

noi 3
noi amiche
noi amici
noi sinologi
noi professori
noi libri e traduzioni
noi film e cartoni animati
noi ammassi di carne, sangue e sogni
noi impauriti, insicuri,
noi stronzi ed egoisti

Vi abbraccio tutti, virtualmente che domani non esisteremo più NOI.
Ma saremo tanti IO nel mondo, legati da cose che a parole non si possono scrivere, si vivono addosso.Ci si consuma così. Ci si fa del bene. Continuiamo così.

Domani mi laureo
in lingue e civiltà ravvicinate
in lingue e civiltà che si sono parlate solo occasionalmente
in lingue e civiltà che quando non si sono ignorate si sono scoperte reciprocamente
in lingue e civiltà condizionate dalle distanze
in lingue e civiltà malcapitate, amareggiate ma vive

In lingue e civiltà che sono solo l'inizio per scoprire quanto è grande il mondo che ci circonda.
Domani volo.

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