Tocco d'oro

giovedì 16 dicembre 2010
Breve favola dalle Metamorfosi di Ovidio, riadattata in maniera ironica e grottesca.  
Quando da piccola lessi questo libro a scuola, e in particolare questa favola, scoppiammo a ridere, l'ironia era quello che riuscivamo a cogliere. Ritrovandola dopo tanti anni, dopo che mi sono caricata il peso di essere grande, riesco a cogliere la grande verità in parole cosi semplici. Ogni persona lascia la sua "essenza", la sua traccia in quello che fa; secondo me l'ambizione smodata puzza, e ti lascia a bocca asciutta. 



"Il re Mida era un grande spendaccione, tutte le sere dava feste e balli, fin che si trovò senza un centesimo. Andò dal mago Apollo, gli raccontò i suoi guai e Apollo gli fece questo incantesimo: “Tutto quello che le tue mani toccano deve diventare oro”. Il re Mida fece un salto per la contentezza e tornò di corsa alla sua automobile, ma non fece in tempo a toccare la maniglia della portiera che subito la macchina diventò tutta d’oro. Era diventata d’oro anche la benzina, così la macchina non camminava più. Appena a casa il re Mida andava in giro per le stanze a toccare più cose che poteva, e tutto diventava d’oro. Venne l’ora di andare a tavola. Toccava la forchetta e diventava d’oro e tutti gli invitati battevano le mani e dicevano: “Maestà, toccatemi i bottoni della giacca, toccatemi questo ombrello”. Il re Mida li faceva contenti, ma quando prese il pane per mangiare anche quello diventò d’oro. Corse dal mago Apollo per farsi disfare l’incantesimo, e Apollo lo accontentò. “Va bene, ma sta’ bene attento, perché per far passare l’incantesimo ci vogliono sette ore e sette minuti, e in questo tempo tutto quello che toccherai diventerà cacca di mucca”. Purtroppo il suo orologio correva più del necessario, e andava avanti un minuto ogni ora. Quando ebbe contato sette ore e sette minuti il re Mida aprì la macchina e ci montò, e subito si trovò seduto in mezzo a un gran mucchio di cacca di mucca, perché mancavano ancora sette minuti alla fine dell’incantesimo. "
(Da Re Mida, di Gianni Rodari, in Favole al telefono).

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