Vecchi difetti

lunedì 26 dicembre 2011
Riflessioni post Natale, post indifferenza, post ipocrisia familiare. Eccovi un post.

Innanzitutto: perchè ci si ostina a passare "le feste" con chi tutto l'anno non ti pensa minimamente? io la definisco ipocrisia e masochismo.
Per questo ieri sera l'ho passata con persone con cui desideravo veramente condividere poche ore di svago, solo confrontandomi e sfogandomi.
Come si vive in Italia in questo periodo? Domandano gli osservatori esterni (economici curiosi ecc). Si vive tirando ancora la corda, continuando a credere nella nostra gloria passata, continuando con sfizi consumistici a cui "non si può rinunciare". Si va avanti pensando a nulla, sperando di non essere il prossimo sfigato cassaintegrato, o a cui non si rinnova il contratto a progetto. La "fortuna" generale è che nessuno reagisce, nessuno si rende conto di  stare in una gabbia dorata, nessuno capisce. Non che io sia un guru o che mi erga al di sopra, il problema è la radice stessa della nostra società all'italiana.
I vecchi difetti, a cui poi ci si affezziona e che pian piano diventano normali.
Il desiderio di mostrarsi e lasciarsi ammirare, il desiderio segreto di essere il prossimo "arrivato". Eccoli i vecchi difetti che riesco a vedere per strada, piena di ragazze che hanno ricevuto la borsa Gucci per natale, di ragazzi speranzosi (che cosi magari le morose gliela danno), di genitori ansiosi del successo sfacciato del loro status sociale.
Il mio regalo di Natale forse arriverà dopo la befana, chissà, sperando che lo spread non ci si metta in mezzo a rompere le palle.
Egoisticamente, perchè la vita non è cattiva, ma è cattivissima, desidero una felicità semplice, sfacciatamente banale, vorrei che nessuno si trovasse nella condizione in cui sono da mesi/anni a fasi alterne, vorrei che nessuno si svegliasse con un peso che non senti nemmeno più, perchè non fa differenza, non potrai scaricarlo.
Vorrei solo essere più egoista e pensare a me: vorrei suonare il pianoforte e scrivere una bella sinfonia a quattro, a dodici mani, e che non ne manchi nemmeno una. 

ah povero me
che parlo al mio cavallo
che mi racconta di quando
per rendersi indipendente
cercò un lavoro sicuro
per non finire come un mulo
avrebbe avuto una casa sua
e unautomobile tutta sua
e quindici giorni all'anno
per fare il giro del mondo
ah povero me
e anche il mio cavallo
ma sono bravo a fare il surf
anche sulle onde basse
sono il migliore a stare su
anche quando non ce nè

 

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